Gli interventi di restauro della facciata della Chiesa di San Giovanni Battista a Lecce, avvenuti tra Gennaio 2017 e Maggio 2018, sono stati eseguiti dalla ditta Marullo Costruzioni s.r.l. per il Segretariato Regionale del MiBAC per la Puglia e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto.
I lavori hanno riguardato la porzione superiore della facciata, zona maggiormente esposta all’azione degli agenti atmosferici e quindi più compromessa. È stata eseguita la messa in sicurezza di numerosi elementi pericolanti della decorazione lapidea a rischio di distacco e caduta con una perdita della qualità estetica e formale dell’opera.
Si è trattato quindi di interventi preliminari ad un consolidamento strutturale volti a risolvere le situazioni di maggiore criticità e urgenza.
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FASI DEL RESTAURO
Il restauro è partito da una mappatura del degrado con l’impiego di indagini diagnostiche finalizzate ad individuarne le cause, come la presenza di sali e residui di precedenti prodotti di restauro. In seguito alla rimozione della patina biologica è stata eseguita la messa in sicurezza.
FORME DI DEGRADO ED INTERVENTI
Le forme di degrado su cui si è intervenuti sono quelle tipiche del materiale impiegato nella chiesa e nella maggior parte delle architetture salentine, la Pietra Leccese, che, tenera e facilmente modellabile, è soggetta a forti fenomeni di erosione, alveolizzazione, decoesione, con perdita delle caratteristiche meccaniche e di resistenza del materiale. Questo si traduce per gli elementi scultorei in una perdita di dettagli decorativi caratterizzanti.
Figura 1 PATINA BIOLOGICA
Sugli elementi architettonici e scultorei una diffusa presenza di patine biologiche, dovute alla colonizzazione di licheni, rappresentava una forma di alterazione molto estesa che nascondeva ulteriori fenomeni come decoesionamento, fessurazione, esfoliazione, distacco di scaglie, polverizzazione.
L’intervento ha previsto la rimozione della patina biologica attraverso l’utilizzo di specifici biocidi e la successiva asportazione meccanica con bisturi e spazzolini.
Figura 2 EROSIONE, SOLFATAZIONE
Le zone d’angolo, il timpano e gli elementi maggiormente aggettanti presentavano fenomeni di esfoliazione, solfatazione, erosione, alveolizzazione. Forme di degrado tipiche della Pietra Leccese, connesse una all’altra, che provocano la perdita di materiale e la conseguente alterazione nella leggibilità del modellato e nell’integrità dell’opera.
L’intervento è consistito nella messa in sicurezza delle porzioni più esposte mediante stuccature con malta di sacrificio.
Figura 3 LESIONE, DISTACCO
Gli elementi scultorei e architettonici presentavano in molti casi lesione, frattura, esfoliazione e decoesione con grave rischio di distacco e perdita delle componenti qualificanti il modellato.
L’intervento di messa in sicurezza ha previsto incollaggi e/o il fissaggio con barre in vetroresina, di lunghezza e diametro adeguati al peso da sostenere, ancorate al materiale lapideo mediante resine epossidiche. La successiva stuccatura con malte appositamente formulate ha avuto non solo la funzione di ricomposizione materica degli elementi lapidei, ma anche di sigillatura e di sacrificio per limitare il progredire del degrado del materiale fessurato ed esfoliato.
Figura 4 EROSIONE
Alcuni elementi architettonici e decorativi presentavano fenomeni di erosione anche nelle porzioni più profonde rispetto agli strati superficiali.
Sono state realizzate stuccature di ricomposizione materica anche al fine di stabilire delle superfici di sacrificio e bloccare l’evolversi del degrado in atto.
Figura 5 MACRO SCAGLIE
Gravi rischi di distacco e perdita del materiale lapideo sotto forma di macro scaglie hanno richiesto il fissaggio degli elementi in fase di distacco o già distaccati e la successiva stuccatura delle porzioni soggette a esfoliazione e decoesione.