73010 - Zollino, Largo Pozzelle
Pozzelle di Pirro
A breve disponibili
L’area è pubblica.
Accesso libero
Le pozzelle sono dei manufatti rurali preziosi e molto delicati.
Le pozzelle sono dei sistemi ingegnosi di raccolta e filtraggio dell’acqua piovana. Veri e propri beni culturali legati al mondo rurale, sono una testimonianza della capacità di adattamento delle popolazioni locali e mostrano le trasformazioni indotte dall’uomo sul paesaggio.
Realizzate con vere e proprie tecniche di ingegneria idraulica, applicate in contesti carsici con clima mediterraneo, sono collocate all’interno di depressioni del terreno dette “doline”.
Alcune pozzelle hanno un nome proprio, in griko o dialetto, legato a caratteristiche o storie particolari: Ascilò (“Alto”), Lipuneddhra (“Piccola volpe”), Rizzu, Marmaregnu, Scòrdari (“Aglio”). Sono stati mappati differenti utilizzi: fonte di acqua potabile, acqua per irrigazione e per abbeverare gli animali da pascolo.
Nell’area sono oggi visibili 46 pozzelle, tuttavia dallo studio delle fonti cartografiche emerge che sono andate perse o sono state interrate almeno altre 20.
Le principali trasformazioni sono avvenute per lo più nella seconda metà del Novecento quando l’area è stata anche usata come campo da calcio.
Alcune pozzelle non riportate nelle mappe potrebbero essere state costruite in tempi più recenti.
Diffuse in Puglia, nella Grecìa Salentina erano presenti
in quasi tutti i comuni. In alcuni casi sono ancora ben conservate e concentrate in numero significativo in aree pubbliche ai margini dell’abitato (Castrignano de’ Greci, Corigliano d’Otranto, Martignano, Zollino), in altri sono sparse nel contesto rurale. Là dove interrate sono ricordate da foto storiche e toponimi. Le pozzelle di Pirro sono uno dei tre sistemi di raccolta delle acque piovane ancora conservati e funzionanti a Zollino, insieme alle pozzelle di Apigliano, ora Parco Archeologico, e alle cisterne di Masseria Gloria.
Una leggenda lega quest’area al passaggio da Zollino di Pirro, re dell’Epiro, che diretto a Taranto per combattere i Romani vi fece dissetare i suoi elefanti…
La storia dell’uomo è la storia della conservazione dell’acqua. In mancanza di dati archeologici, l’inquadramento cronologico di queste pozzelle può solo essere legato al contesto urbano cui erano associate. Ad oggi, i materiali archeologici più antichi rinvenuti a Zollino risalgono al XIV secolo.
In ogni caso il primo dato certo circa la presenza delle pozzelle si riferisce alla Santa Visita del 1608 dell’Ill.mo et Rev.mo D.no Lucio Morra che ne attesta la presenza già dall’inizio del XVII secolo.
Le pozzelle sono in grado di filtrare le acque piovane depositate nella dolina in cui sono realizzate. Non sono semplici pozzi che attingono dalla falda sotterranea, né cisterne scavate e impermeabilizzate per la raccolta delle acque piovane superficiali. Questi sistemi hanno assicurato acqua potabile fino all’arrivo dell’Acquedotto Pugliese, negli anni ‘30 del ‘900, e anche dopo: a Zollino sono state utilizzate fino agli anni ’60!
La struttura interrata: a campana o cilindrica, formata da pareti in pietrame posato “a secco” che si chiudono a “falsa cupola”, ossia disposte in cerchi sovrapposti via via più stretti.
La copertura superficiale, poco rialzata rispetto al piano di calpestio: è la chiusura della falsa cupola realizzata in pietrame a secco di dimensione variabile, e che talvolta include blocchi squadrati di grandi dimensioni, anche di reimpiego.
La vera o boccapozzo: elemento lapideo lavorato (parallelepipedo, cubico o appena sbozzato) che tramite il foro centrale permette di attingere l’acqua dalla pozzella
Filtrazione orizzontale
L’acqua di cui sono imbevuti, come fossero una spugna, i depositi di terra rossa che colmano la dolina (falde temporanee) penetra attraverso le pareti di pietra interrate.
Filtrazione a gravità
L’acqua piovana penetra direttamente dalla copertura superficiale.
Una visita speciale alle Pozzelle di Pirro accompagnati dai ragazzi della 5 elementare dell’IC “G. Falcone e P. Borsellino”.
Un videoracconto realizzato nell’ambito del laboratorio di conoscenza e narrazione “Pozzelle Lab”.
